Guardar le stelle
È quanto Dio chiede ad Abramo, gesto di fede e di speranza, gesto che apre il cammino e muove i passi. È quello che viene chiesto a noi, atto di chi crede nella novità che viene dal Signore.
Come Abramo in cammino
Era un momento difficile quello che stava passando Abramo: dopo venticinque anni dalla sua uscita da Carran, continuava a essere un nomade senza discendenza. La risposta di Dio non si fa aspettare: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza» (Gen 15,5). Quello sguardo rivolto al cielo stellato campeggia nella copertina di questo primo numero, che apre l’anno catechistico illuminato da una luce che proviene dall’alto. Forse non è il nostro sole sfolgorante, ma quel flebile bagliore è la luce di miliardi di soli che disegnano in cielo la meravigliosa opera di Dio e che invitano alla contemplazione, alla lode e al ringraziamento.
Anche noi in cammino
Anche noi, che possiamo passare momenti duri, di buio e stanchezza, siamo chiamati ad alzare lo sguardo verso l’alto per riprendere il cammino. Noi, chiamati a dare risposte al senso profondo che ogni uomo, ogni bambino, ogni genitore, sente pulsare nel profondo. Noi, capaci di trovare una direzione a chi vaga illuminato dalle troppe luci di una notte abbagliante fino allo stordimento. Noi, pronti a partire (e con una rivista completamente rinnovata – fateci pervenire le vostre osservazioni!), con la certezza della meta.
Per far alzare lo sguardo
Siamo un dito puntato verso il cielo, una spiegazione che sa ancora affascinare, un abbraccio che non stringe ma che libera, una mano che sa accompagnare, passo dopo passo, verso una comunità nuova radunata nel nome del Signore. A lui la gloria nei secoli dei secoli.