Focus novembre 2022

L’editoriale di settembre 2022: Un approfondimento del Direttorio per la catechesi dell’esperto don Cesare Bissoli.

Focus ottobre 2022

L’editoriale di settembre 2022: Un approfondimento del Direttorio per la catechesi dell’esperto don Cesare Bissoli.

Focus settembre 2022

L’editoriale di settembre 2022: Un approfondimento del Direttorio per la catechesi dell’esperto don Cesare Bissoli.

Focus maggio 2022

Don Michele Roselli

È arrivato il momento di lasciarci alle spalle qualcosa

Basta catechismo, è ora di catechesi

Dove stiamo andando? Verso quale catechesi? Verso quale figura di catechista? Con onestà, dobbiamo ammettere che non vediamo chiaramente il futuro. Sappiamo con certezza – e non è poco! – ciò che vorremmo lasciarci alle spalle: una catechesi quasi esclusivamente rivolta ai bambini e in vista dei sacramenti, delegata a catechisti, o meglio, a catechiste, spesso lasciate sole a gestire la complessità dell’annuncio, in un contesto socio-culturale sempre più secolarizzato e pluralista.

 

Qualche premessa
In questo articolo non intendo entrare in questioni teoriche sul ministero del catechista né tracciare un quadro teorico esaustivo delle questioni dibattute. La teoria, infatti, è sufficientemente definita. Mi propongo invece un approccio pratico, un’effettiva declinazione concreta di questi temi.
Il lavoro riflessivo degli ultimi decenni ha contribuito ad una certa lucidità sul ministero del catechista. Talvolta però, si ha come l’impressione che il profilo del catechista sia così esigente e richieda un tale livello di competenze da farlo sembrare un “esperto della spaccata”.
Senza sminuire il valore delle indicazioni magisteriali o negare la necessità di certe qualità e competenze del catechista, vorrei invertire il punto di partenza della riflessione e prendere l’avvio da ciò che avviene nelle pratiche. Mi propongo di dire qualcosa sul ministero dei catechisti osservando, per così dire, la catechesi come “dal di dentro” e i catechisti “mentre agiscono”. Quest’approccio permette di ragionare non secondo una logica organizzativa e di applicazione di un modello ideale sul reale, ma secondo una logica spirituale, di discernimento e di scoperta delle tracce di Dio dentro la vita. Naturalmente, per non restare prigionieri del “ciò che si si riesce a fare”, vorrei mettere in dialogo la voce della pratica con quella della riflessione teologica e pastorale.

Una riflessione in tre passi

Innanzitutto tratteggio la fotografia dei “catechisti in pratica”, poi presento alcuni criteri per interpretarla, ed infine indico alcune trasformazioni da incoraggiare per un esercizio del ministero di catechista in un senso più evangelico ed all’altezza del contesto attuale.

 

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Focus aprile 2022

Elena Monticone

Risorse per parlare il linguaggio dei ragazzi

Usare Genially

 

A volta ci sembra di non capire i ragazzi e le ragazze di oggi, di non riuscire a comunicare. È un’esperienza comune e non si deve provare vergogna a confessare questa “distanza”. Ma se si ha davvero la volontà di incontrarsi, è possibile trovare modi nuovi per entrare in contatto e fare esperienze positive.

Abitudini “in crisi”

Dispongo le sedie in cerchio, un metro di distanza, perché le regole sono le regole.
Arrivano. I ragazzi si mettono da una parte, le ragazze dall’altra, così, automaticamente, come le calamite. Quindici paia di jeans, scarpe da ginnastica e occhi. Arrivano da scuola o da casa e poi andranno a basket, a danza, a nuoto o dai nonni. Molti hanno il telefono nella tasca della felpa, alcuni stanno terminando di sgranocchiare le patatine, le ragazze mi guardano un po’ sorridenti, un po’ interrogative, un po’ ironiche.
Siamo tutti qui come in una parentesi tra le altre cose della giornata. E io ho migliaia di anni in più di loro. Ci metto quel secondo in più a capire, non conosco le canzoni che ascoltano, non gioco a calcio, non ballo più.
Se penso a ciò che desidero per i miei figli adolescenti, in fatto di catechismo, chiederei tre cose:
• la parrocchia come un punto di riferimento;
• la vita vissuta con speranza;
• la preghiera come traccia semplice, di fiducia, di abbandono.

 

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Focus marzo 2022

Pino Pellegrino

Catechisti avanzati – Predicatori aggiornati

Parole a sei stelle

Seconda parte

 

Continuano le proposte per un rinnovato entusiasmo nella comunicazione in catechesi. Abbiamo già puntato lo sguardo alle prime tre stelle (visive, creative acculturate); ora è il momento di dirigere la nostra attenzione verso altre tre.

Non perdiamo tempo a sottolineare l’importanza di una comunicazione che raggiunga i nostri interlocutori delle nuovissime generazione e lasciamoci indicare la strada da altre tre stelle luminosissime.

4. Oggi si parla  MINIGONNATO

Pare che da sempre i discorsi lunghi non siano mai stati amati. Tanto meno oggi!
Abituato agli spot che corrono alla velocità di dieci, cinque o, addirittura, tre secondi, l’uomo televisivo e digitale ha, ormai, il cervello pirotecnico, saltellante; ha una tenuta d’attenzione lunga quanto è lungo un francobollo.

Se ieri solo in Romagna si diceva: «Braciola lunga, predica corta», oggi lo si deve gridare dappertutto.
Dice bene la scrittrice Lalla Romano: «Le parole sono importanti, se sono poche».
È stato osservato che «il Padre nostro, il ventiduesimo salmo, il discorso di Lincoln a Gettjsburg sono tre grandi perle letterarie che dureranno in eterno; nessuno dei tre arriva alle trecento parole.
Con simili esempi di quanto valga la brevità, è incredibile che gli oratori non imparino ad esser brevi» (Bruce Barton).
Ebbene, noi vogliamo imparare l’arte della brevità secondo lo stile dei latini, veri maestri in merito:

“Memento mori” (Ricordati che devi morire).
“Nosce te ipsum” (Conosci te stesso).
“Frangar non flectar” (Mi spezzo, ma non mi piego).
“Abstine et sustine” (Astieniti da ciò che non si può cambiare e sopporta ciò che ti capita).

 

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Focus Febbraio 2022

Pino Pellegrino

Catechisti avanzati – Predicatori aggiornati

Parole a sei stelle

Group of friends whispering each other in the ear over orange background

Dopo aver messo a nudo con don Tonino Lasconi le nostre difficoltà e incapacità a comunicare il Vangelo alle giovani generazioni, ci facciamo aiutare dalla eccezionale abilità comunicativa di don Pino Pellegrino per vincere la sfida di trovare oggi le vie appropriate all’evangelizzazione. Sarà un percorso in due puntate: questo mese e il prossimo.

Annunciare Vangelo

A che serve avere una “bella notizia”, se non siamo in grado di renderla anche “gradita notizia”?
E così, con questa semplice domanda entriamo subito nel focus del nostro tema: una Chiesa afona (una Chiesa che non sappia comunicare) ha gli anni contati! Già si vedono i primi segni di questa a􀇳fermazione tristemente vera: se oggi il Cristianesimo è in sudditanza culturale, è perché abbiamo smarrito le chiavi del comunicare la Fede cristiana nella nostra società.
È una delle tante prove che don Milani (un sacerdote scomodo e provocatore, un maestro esigente e appassionato, che nel paese di Barbiana costruisce un nuovo modo di trasmettere cultura e di educare) aveva ragione: «Non potrete far nulla per il prossimo, fi nché non saprete comunicare!».
Ecco, sta qui la ragione di questi interventi: aiutarci a trovare le strategie comunicative compatibile con l’uomo dell’era digitale.
Di una cosa siamo certi: la sfi – da si può vincere! Già ne era convinto l’umanista olandese Erasmo da Rotterdam (1469-1536) il quale con sarcasmo diceva che «Se gli elefanti imparano a ballare, i sacerdoti possono ben imparare a predicare!».
Si, è possibile vincere la sfi da del trovare oggi le vie appropriate all’evangelizzazione. Possibile, ma non facile.
Ecco perché questi interventi sono sconsigliabili a chi ha la grinta della mozzarella e il cervello grippato. Comunque nessun ostacolo ci ruba il sogno che anche dalla lettura di queste semplici proposte tutti, catechisti e sacerdoti trovino un input perché il loro evangelizzare («La chiesa esiste per evangelizzare!», diceva il grande papa Paolo VI) sia sempre più illuminante e accattivante.

 

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