Dio nel volto di un Bambino

Nel Natale di Betlemme Dio si affida agli uomini. Si fida di noi. Si mette nella nostre mani con la fragilità di un bambino.  

 

Umanità di Gesù

□ Betlemme è il primo gesto, la prima scelta del Figlio di Dio di mettersi con i piccoli, con quelli che non contano. Obbedisce a un ordine di Augusto. Nel vero senso della parola, il Figlio di Dio si fa carne. L’espressione greca farsi carne, sarx, non vuol dire soltanto diventare uomo, ma farsi fragile, debole.

□ L’uomo ha bisogno di segni, ha l’esigenza di vedere e di toccare, di ascoltare. Dio rispetta questa nostra esigenza e si mostra in una persona concreta come noi: Gesù è il segno visibile dell’amore invisibile del Padre. «Ciò che appare, allorché Dio si manifesta in persona, è un uomo. Anzi, addirittura un bambino» (Yves Congar).

 

Uomo tra gli uomini

Gesù si fa bambino assumendo fino in fondo la nostra carne mortale, con tutti i rischi del caso. Una nascita nella più estrema povertà, un’infanzia di esule in Egitto, una vita in una famiglia di gente umile. Sceglie per sé una condizione di vita che è quella della maggior parte della gente del suo tempo, nasce e vive tra artigiani e contadini, pescatori e fabbri. Tutto questo lo dice bene Dietrich Bonhoeffer: «Dio si è fatto bambino. Eccolo nella mangiatoia, povero come noi, misero e inerme come noi, un uomo fatto di carne e sangue come noi, nostro fratello. Eppure è Dio, eppure è potenza. Dov’è la divinità, dov’è la potenza di questo bambino? Nell’amore divino in cui si è fatto uguale a noi. La sua miseria nella mangiatoia è la sua potenza. Nella potenza dell’amore supera l’abisso tra Dio e l’uomo».

 

Un gesto di fiducia da parte di Dio

□ Mettendosi bambino nelle mani degli uomini, Dio lo fa a suo rischio. Sin da subito c’è chi cerca, in Erode, di impedirgli di vivere.

□ È bello ciò che scrive a questo riguardo Marina Marcolini, docente di letteratura italiana a Udine. Partendo dalla mancanza di fiducia nei confronti di Dio del primo uomo e della prima donna del racconto della Genesi, ricorda la risposta di Dio, che invece si mette nella mani dell’uomo. Dice: «L’uomo e la donna non si sono fidati di Dio? Ebbene, Dio si fiderà di loro, inventandosi l’incarnazione. Si fiderà a tal punto da consegnarsi nelle loro mani inerme, vulnerabile, bisognoso e incapace di tutto, un bimbetto che piange. Si fida, e la ragazzina dice sì e impara a fare la madre».

    UMBERTO DE VANNA