Focus marzo 2025

Continua la riflessione di don Michele Roselli sul percorso dell’iniziazione cristiana di fronte alle sfide attuali

Editoriale Marzo 2025

I sogni: volto della speranza

 

Immersi in questo Giubileo della speranza siamo chiamati a vivere con un atteggiamento nuovo e gioioso, che non si spaventa di fronte alle difficoltà, ma riesce sempre a sognare in grande e che costruisce le basi per realizzare i grandi sogni.

 

Sognare vuol dire sperare.

Da Giacobbe che grazie ai sogni scopre la presenza di Dio (Gen 28,12; 31,10-11) a Giuseppe, il sognatore per antonomasia (Gen 37,19), dal profeta Daniele, che interpreta l’azione di Dio nella storia (Dn 2,24; 4,16; 7,1) a Salomone che nel sogno progetta e pone le basi del suo regnare (1 Re 3,9) fino a Giuseppe, lo sposo di Maria che lascia guidare dai sogni la sua vita e le sue scelte (Mt 1,20.24; 2,12.19.22), passando per tanti altri.  La Bibbia è il luogo teologico dei sogni che costruiscono la speranza. È la storia di grandi sognatori che hanno realizzato il sogno di Dio sull’umanità e hanno portato la speranza nel mondo.

Dio ha bisogno di grandi sognatori che ogni sera recitano il salmo 4: «In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare». Equando si svegliano al mattino si ricordano i sogni e si rimboccano le maniche per realizzarli.

Sognare vuol dire camminare

I pellegrini inseguono un sogno e ogni mattina si alzano per avvicinarsi ad esso. loro costruiscono sentieri di speranza e passo dopo passo rendono la meta più vicina e visibile, più presente e vera. Camminano e cantano, cantano e camminano: «Gerusalemme, noi ti rivedremo: la speranza ci palpita nel cuore; la strada è lunga, eppur ci arriveremo, Gerusalemme, casa del Signore!».

Sognare vuol dire seminare

Noi catechisti siamo sognatori di speranza. Vediamo in ogni bambino e bambina un nuovo sogno di Dio, lo accogliamo e lo accompagniamo con la certezza delle cose che non si vedono ancora ma che sbocceranno a suo tempo. Mettiamo nel loro cuore il seme della Parola, lo innaffiamo con cura e lo sosteniamo come quel contadino della parabola evangelica che ogni anno aspettava i frutti, senza la fretta di mettere la mano alla scure per abbattere una pianta che tutti ritenevano inutile.

Ecco cosa vuol dire essere sognatori di speranza.

VALTER ROSSI

Focus gennaio e febbraio 2025

L’editoriale di dicembre 2023: una riflessione sulla conclusione del mandato di catechista per “raggiuti limiti d’età”.

Editoriale Gennaio – Febbraio 2025

L’anno nuovo porta speranza e gioia

Un anno si è concluso e un altro si apre, ma non cala l’entusiasmo degli annunciatori del Vangelo sempre pronti ad accettare nuove sfide.

Opportunità

Si ripete come un mantra: «Ogni sfida è un’opportunità!», ma non è solo questione di parole, anche perché se bastasse cambiare le parole per modificare la realtà, sarebbero capaci tutti quelli con un dizionario dei sinonimi in mano (magari digitale e on-line) e invece leggere la realtà che ci provoca e ci sfida con un’intelligenza profonda capace d coglierne le reali possibilità di uscita, di maturazione e di successo non è un affare da poco. Proprio per questo l’aggiornamento costante è una priorità imprescindibile di ogni buon parroco, primo responsabile, di ogni catechista che collabora, di tutta la comunità parrocchiale che partecipa.

Il focus di questo mese è centrato proprio sulle sfide alla catechesi, con una analisi acuta e meditata che si protrarrà anche nel mese successivo, o meglio nel mese di marzo, proprio per la nuova suddivisione mensile di questa annata

Fino a carnevale

Questo numero della rivista, infatti abbraccia il mese di gennaio, comunque più breve per le vacanze natalizie, e quello di febbraio (già breve di suo). Si tratta di un periodo unitario, a cavallo dei due tempi forti di Avvento e Quaresima. Non è da sprecare, anche se siamo consapevoli che il freddo dei mesi invernali non aiuta e molti scelgono di concentrare le attività in altri periodi. Ma non è detto che l’unica proposta da fare sia l’incontro in sale parrocchiali più simili a ghiacciaie che a luoghi di accoglienza. Si possono valorizzare altre situazioni, come la Giornata della Memoria, per la quale proponiamo un bellissimo cinema in famiglia, la Giornata Mondiale del Malato, con una preghiera più intensa e magari la visita ad una casa di cura o un pensionato per anziani, e un tempo di festa come il Carnevale per scoprire che il Vangelo è un annuncio di gioia (è una novità?!).

Non solo tempi forti

Il tempo ordinario è il vero momento da vivere, ci parla di quotidianità e di continuità, è il tempo del cammino di tutti i giorni e più di tutti è adatto per comprendere che la speranza è il respiro di un cuore nella gioia, come il nostro, di annunciatori della Buona Novella che è Gesù.

VALTER ROSSI