Un’alleanza educativa

Nel contesto del Sinodo sulla famiglia, ci chiediamo come rendere le famiglie più consapevoli del loro ruolo educativo e come coinvolgerli anche nei progetti di iniziazione cristiana dei figli.

Condizioni poco favorevoli

□ Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ha scritto a tutte le famiglie della diocesi. Si domanda: «È possibile oggi proporre a una famiglia di assumersi tante responsabilità educative?». «Non è facile», risponde. Soprattutto «se pensiamo alle fatiche che tante famiglie sostengono per sopravvivere alle difficili condizioni del momento, sia sul piano economico che sociale». E precisa che oggi in particolare molte famiglie vivono situazioni di divisione al proprio interno e difficoltà sul piano religioso e morale. «Credo tuttavia che in ogni famiglia non manchi la consapevolezza della propria responsabilità educativa, sostenuta anche dagli anziani, che oggi svolgono un compito molto importante e spesso decisivo».

□ La famiglia tuttavia, auspica mons. Nosiglia, non deve trovarsi sola nell’affrontare tutti questi problemi, ma sentire forte il sostegno sia da parte della Chiesa che della società.

Ritorno all’oratorio

□ Prosegue l’arcivescovo: «In diverse parrocchie si sta tornando a valorizzare l’oratorio, anche se ampiamente rinnovato e con forme e modalità aperte a proposte diversificate». E si domanda: «È possibile oggi ripensarlo per farne un luogo di incontro e di amicizia, ricco di iniziative interessanti per i valori che offre e aperto a chiunque − piccoli, ragazzi e giovani – desideri di partecipare?». «Credo di sì», risponde, «se gli adulti per primi sanno farsene carico offrendo la propria presenza, competenza e supporto organizzativo».

□ Ma per realizzare questa bella esperienza occorre raggiungere un buon livello di collaborazione tra tutti, superando l’abitudine di andare in ordine sparso: «L’amore ai ragazzi, ai giovani e al loro futuro è troppo importante per non cercare vie di collaborazione, superando chiusure di parte e cooperando insieme per raggiungere lo stesso traguardo».

I 200 anni di Don Bosco

□ In questo contesto mons. Nosiglia si richiama al giubileo dei 200 anni della nascita di san Giovanni Bosco, che abbiamo celebrato il 16 agosto 2015. E dice: «Don Bosco è stato un grande educatore dei ragazzi e giovani e rappresenta ancora oggi un modello esemplare di quel metodo preventivo con cui ha promosso tutta la sua azione educativa. Egli diceva che “educare è una questione di cuore” e quindi uno scambio di amore tra adulti e giovani, in primo luogo proprio in famiglia, dove si impara ad amarsi giorno per giorno con pazienza, responsabilità e speranza».

□ Infine mons. Nosiglia invita genitori ed educatori a porsi sempre queste due domande: «Signore che cosa vuoi che io faccia? Che cosa vuoi da me genitore ed educatore per rispondere al disegno che hai su questo figlio, alunno, amico? Cosa devo fare, o non fare, per accogliere il tuo volere che corrisponde al suo vero bene?».

UMBERTO DE VANNA