Dio nel volto di un Bambino

Nel Natale di Betlemme Dio si affida agli uomini. Si fida di noi. Si mette nella nostre mani con la fragilità di un bambino.  

 

Umanità di Gesù

□ Betlemme è il primo gesto, la prima scelta del Figlio di Dio di mettersi con i piccoli, con quelli che non contano. Obbedisce a un ordine di Augusto. Nel vero senso della parola, il Figlio di Dio si fa carne. L’espressione greca farsi carne, sarx, non vuol dire soltanto diventare uomo, ma farsi fragile, debole.

□ L’uomo ha bisogno di segni, ha l’esigenza di vedere e di toccare, di ascoltare. Dio rispetta questa nostra esigenza e si mostra in una persona concreta come noi: Gesù è il segno visibile dell’amore invisibile del Padre. «Ciò che appare, allorché Dio si manifesta in persona, è un uomo. Anzi, addirittura un bambino» (Yves Congar).

 

Uomo tra gli uomini

Gesù si fa bambino assumendo fino in fondo la nostra carne mortale, con tutti i rischi del caso. Una nascita nella più estrema povertà, un’infanzia di esule in Egitto, una vita in una famiglia di gente umile. Sceglie per sé una condizione di vita che è quella della maggior parte della gente del suo tempo, nasce e vive tra artigiani e contadini, pescatori e fabbri. Tutto questo lo dice bene Dietrich Bonhoeffer: «Dio si è fatto bambino. Eccolo nella mangiatoia, povero come noi, misero e inerme come noi, un uomo fatto di carne e sangue come noi, nostro fratello. Eppure è Dio, eppure è potenza. Dov’è la divinità, dov’è la potenza di questo bambino? Nell’amore divino in cui si è fatto uguale a noi. La sua miseria nella mangiatoia è la sua potenza. Nella potenza dell’amore supera l’abisso tra Dio e l’uomo».

 

Un gesto di fiducia da parte di Dio

□ Mettendosi bambino nelle mani degli uomini, Dio lo fa a suo rischio. Sin da subito c’è chi cerca, in Erode, di impedirgli di vivere.

□ È bello ciò che scrive a questo riguardo Marina Marcolini, docente di letteratura italiana a Udine. Partendo dalla mancanza di fiducia nei confronti di Dio del primo uomo e della prima donna del racconto della Genesi, ricorda la risposta di Dio, che invece si mette nella mani dell’uomo. Dice: «L’uomo e la donna non si sono fidati di Dio? Ebbene, Dio si fiderà di loro, inventandosi l’incarnazione. Si fiderà a tal punto da consegnarsi nelle loro mani inerme, vulnerabile, bisognoso e incapace di tutto, un bimbetto che piange. Si fida, e la ragazzina dice sì e impara a fare la madre».

    UMBERTO DE VANNA

Accompagnare i figli nella fede

Se parecchi genitori non si curano troppo dell’educazione religiosa dei loro figli, altri appaiono vivamente impegnati e preoccupati di trasmettere delle buone abitudini, comprese le pratiche religiose.

Le cose da non fare

I genitori credenti e praticanti vanno in panne e magari si sentono in colpa quando vedono che i loro figli prendono apertamente le distanze da loro e dalla fede ricevuta da bambini. «Che possiamo fare?», si domandano. Nello stesso tempo stanno accorgendosi di non potere ancora a lungo imporre queste abitudini a dei ragazzi che crescono e non lo vogliono più. Sanno ormai molto bene che l’obbligo viene percepito dai ragazzi come un peso, e che insistendo si rischia di provocare in loro il disgusto e l’abbandono definitivo della pratica cristiana.

Felici della nostra fede

A questi genitori (e catechisti) resta soprattutto, ed è molto, la possibilità di dire con schiettezza ciò che pensano, ciò in cui credono e perché. Presentarsi agli occhi dei figli come cristiani convinti e credibili, soddisfatti e felici della propria fede. Questo è certamente un inizio importante. È ciò che chiamiamo testimonianza. E vale tanto, anche se non è fatto di mille parole e incoraggiamenti.

Una testimonianza nata dalla vita

Ma attenti che questa testimonianza non sappia di costruito e di artificiale, messa in scena in funzione di loro. I ragazzi sono furbissimi. Accettano anche i nostri limiti, ma non la nostra ipocrisia. Il più delle volte infatti non c’è nemmeno bisogno di dire tante parole. La nostra fede nasce dalle scelte di vita, e la trasmettiamo anche solo con gli occhi, col sorriso, con il nostro modo di rapportarci e di accogliere.

Cristiani a modo loro

Alle volte vorremmo che i nostri ragazzi fossero come noi, e nello stesso tempo magari diversi da noi. Comprendiamo che hanno il diritto di essere cristiani a modo loro, quanto più trovano un loro spazio in quella fetta di Chiesa che è la parrocchia.

Spesso di fronte alla fede, se conosciuta e vissuta nel modo giusto, si dimostrano spontaneamente più evangelici, più schietti, più coerenti e genuini di noi.

Che sarà di questi ragazzi?

È la preoccupazione di tutti i genitori consapevoli. Essi li vedono fragili e pieni di sogni fantasiosi, ma anche ricchi di risorse destinate a fiorire. Per questo davanti a loro si manifestano credenti, fiduciosi che anche loro potranno esserlo. Preparano il terreno, portando nel cuore la certezza che anche in loro potrà crescere qualcosa di bello per Dio.

    UMBERTO DE VANNA

12 modi di renderci simpatici

Estate, tempo di aria nuova. Ma la vita cristiana, di un ragazzo o di un adulto, non va sicuramente in vacanza. Non si smette mai di essere cristiano, così come non si smette di essere un amico quando si è in vacanza. Ma un vero cristiano lo si conosce da come parla e da come vive. Anche d’estate.

 

Un «dodecalogo» per l’estate

□ Quelli che seguono sono alcuni suggerimenti che un gruppo di gesuiti spagnoli ha scritto in un’agenda per l’estate destinata ai ragazzi (e non solo) per aiutarli a vivere quello che siamo e ciò in cui crediamo.

□ E, nello stesso tempo, per provare a se stessi quanto ci rende felici e migliori quando ci impegniamo a far felici gli altri.

 

1. Impara il nome delle persone che vivono con te o che incontri spesso. Non c’è niente che piaccia di più alle persone di essere salutate per nome.

2. Scopri i gusti degli altri e assecondali quanto ti è possibile. Si comporta così la gente simpatica e cordiale.

3. Abbi il pallino di fare del bene, cominciando da quelli che ti sembra che se lo meritano di meno. È un pallino che arricchisce prima di tutto chi ha questo pallino.

4. Sorridi, sorridi in ogni momento della tua giornata. Se lo fai con sincerità, sta’ sicuro che ti renderai simpatico.

5. Saluta sempre, quelli che conosci bene, ma anche quelli che conosci appena.

6. Se un tuo amico sta male, vai a trovarlo. D’estate hai tempo.

7. Cerca di capire ciò che i tuoi amici, o quelli della tua famiglia, vogliono e fanno. Come fossi una specie di esploratore curioso.

8. Dimentica al più presto le discussioni e gli scontri. È il modo migliore per non farsi male dentro.

9. D’estate scrivi ai tuoi cari, ai nonni, agli amici, ai professori.

10. Tieni conto dei compleanni e degli onomastici di quelli del tuo giro, e fagli i più begli auguri.

11. Prega. Rimanere a contatto con Gesù è garanzia di riuscita. La Vergine Maria ti è di aiuto.

12. Migliora in qualche tua abilità personale sportiva, musicale, manuale… E se lo fai insieme agli altri, meglio.

 

Che cosa fare di questo «dodecalogo»?

□ Lo si può presentare e commentare ai ragazzi, ai genitori, agli stessi catechisti in vista dell’estate. E lo si può far conoscere via web a quelli della nostra comunità, in modo che le vacanze rendano più vivo ogni incontro, la vita in famiglia, il vivere insieme.

□ A tutti l’augurio di sentire il desiderio di prenderci maggiormente cura di noi e del nostro mondo per renderlo, dove viviamo, più caloroso, più umano e più fraterno.

Umberto De Vanna

Non si può amare qualcuno e non amare il suo mondo

Alcuni ragazzi risultano immediatamente simpatici, perché sono aperti e disponibili, accettano di entrare in dialogo con noi, stanno volentieri con i loro compagni. Altri li sentiamo lontani, sembrano vivere in un mondo diverso dal nostro.

Non rinnegare il loro mondo

□ Nel primo romanzo di Giorgio Ghiotti, 22 anni, vincitore del Campiello giovani, l’io narrante è un ragazzo che racconta. Un giornalista che lo intervista sottolinea una frase del libro: «Non si può amare qualcuno e rinnegare il suo mondo». Ma è davvero possibile? Per molti no, osserva il giornalista. Ma l’autore ribatte: «Non credo che sia possibile amare qualcuno e non amare anche il suo mondo. Lo ripeto: non si può amare qualcuno e condannare il suo mondo. O rinnegarlo, che è la stessa cosa. Certo, non sto parlando di una condiscendenza totale, incondizionata, nei confronti dell’altro, ma di una comprensione profonda della persona amata».

Ma è davvero possibile?

□ San Giovanni Bosco diceva: «Non basta amare… bisogna che i ragazzi si accorgano di essere amati». E anche: «Bisogna amare ciò che piace ai ragazzi, e i ragazzi ameranno ciò che piace ai loro educatori».
□ Attraverso segni e gesti di tenerezza dobbiamo far capire ai ragazzi che stiamo bene con loro, che li amiamo così come sono, ragazzi in cammino, che si portano addosso una personalità in costruzione e certe loro abitudini, i segni dell’educazione ricevuta o non ricevuta.

Una dolcezza dinamica e piacevole

□ È inevitabile: ogni ragazzo vive nel proprio mondo e manifesta le proprie radici. Ma siamo chiamati ad amarli come li ama Dio, e aiutarli ad aprirsi ai progetti che ha su di loro. Con pacatezza, fermandoci con loro, ascoltandoli, compiacendoci dei passi che riescono a compiere per diventare più positivamente se stessi.
□ Certo, il nostro desiderio è che poco alla volta assumano anche la fisionomia del gruppo, che accolgano i nostri valori. Ma va fatto adottando una dolcezza dinamica e piacevole, creando un ambiente sereno in cui ci si senta a proprio agio, usando anzi all’occorrenza un po’ di humour, affinché sentano che noi li amiamo e che non rifiutiamo il loro mondo.

    Umberto De Vanna

Un nuovo anno catechistico

La nostra rivista si è rinnovata a partire dallo scorso anno, con nuove rubriche e un taglio più giovanile.

 

Giovani catechisti

□ Convinti che Dossier Catechista sia pensata in modo da riuscire gradita anche ai giovani catechisti, siamo tuttavia costantemente impegnati in uno sforzo di rinnovamento, per proporci meglio anche ai più giovani, che sono meno disponibili a servirsi di sussidi «pronti all’uso», ma amano attivarsi in libertà e fantasia.

□ I sussidi che presentiamo nelle 64 pagine della rivista sono numerosi, gradevoli, centrali e possono rispondere alle tante esigenze catechistiche di ogni parrocchia e oratorio. Come si sa, la catechesi è continuamente in movimento, anche per i cambiamenti a cui vanno incontro i nostri ragazzi, e trovare il sussidio giusto aiuta.  

 

Incontrarsi tra catechisti

□ Con la nuova rubrica «Incontriamoci» è aumentato lo spazio dedicato alle più riuscite esperienze catechistiche presentate dagli stessi protagonisti, che raccontano le soddisfazioni e i problemi a cui vanno incontro. Nelle stesse pagine rispondiamo alle più curiose domande fatte dai ragazzi, o da genitori e catechisti.

□ Le otto pagine centrali (il Tema del mese-ragazzi) sono dedicate agli argomenti di maggior attualità e utilità dei ragazzi. Argomenti presentati in modo leggero e dinamico, con moltissime immagini coloratissime, uscite dalle mani di bravi illustratori. Anche i genitori e i catechisti li stanno apprezzando. Qualcuno ha detto che il prezzo dell’abbonamento varrebbe anche solo per avere queste pagine!

□ I temi sono sempre accompagnati da video-proposte di pochi minuti, disponibili nel sito www.dossiercatechista.it. Sono sussidi didattici molto semplici, ma utili soprattutto per introdurre il tema nel gruppo dei ragazzi.

 

Le microschede e il Vangelo della domenica

□ Assoluta novità, le microschede: dal recitare la Bibbia all’intervista al santo del mese; dall’architettura cristiana ai giochi del mese; dalle simpatiche pagine per i più piccoli ai suggerimenti per trovare nella «rete» informatica ciò che più può servire.

□ Infine, i lettori hanno sempre gradito i suggerimenti dedicati alla liturgia domenicale, ma da quest’anno trovano più spunti e suggerimenti. In particolare possono scaricare l’illustrazione e servirsene per arricchire la celebrazione eucaristica con i ragazzi.

Umberto De Vanna

Testardi, vagabondi, mummie spirituali

Seguiamo Gesù, che è la strada giusta. Ma verifichiamo ogni giorno se ci stiamo smarrendo o se sbagliamo strada. Così ha detto in sostanza papa Francesco in uno dei suoi sempre efficaci e originali interventi durante la celebrazione mattutina a San Marta.

Atteggiamenti cristiani e non

Papa Francesco ha presentato a Santa Marta ─ con un’originalità davvero sorprendente ─ quali sono gli atteggiamenti e i profili cristiani che non si dovrebbero avere e che tuttavia sono così diffusi tra noi. Non pochi saranno rimasti sorpresi e probabilmente anche inquietati nell’ascoltare quell’elenco così realistico, in cui è facile ritrovarsi.

Cristiani «testardi»

Il cristiano ostinato, dice papa Francesco è colui che cammina, e magari gli capita di sbagliare strada, ma «la tragedia è essere testardo e dire “questa è la strada” e non lasciare che la voce del Signore gli dica: “Torna indietro e riprendi la vera strada”.

Cristiani «vagabondi»

C’è poi la categoria dei cristiani «che camminano, ma non sanno dove vanno: sono erranti nella vita cristiana, vagabondi. La loro vita è girare di qua e di là, e perdono così la bellezza di avvicinarsi a Gesù. Girano, e tante volte questo girare, girare errante, li porta a una vita senza uscita. Il girare troppo si trasforma in labirinto e poi non sanno come uscire. Hanno perso la chiamata di Gesù. Non hanno la bussola per uscire e girano, girano; cercano. Altri vengono sedotti da una bellezza, da una cosa e si fermano a metà strada, affascinati da quello che vedono, da quella idea, da quella proposta, da quel paesaggio… E si fermano!

Cristiani «mummie spirituali»

C’è anche «il cristiano che “non cammina”, che dà l’idea di essere un po’ imbalsamato. «Un cristiano che non cammina», dice papa Francesco, «e che non fa strada, è un cristiano non cristiano. Non si sa cos’è. È un cristiano un po’ “paganizzato”: sta lì, sta fermo, non va avanti nella vita cristiana, non fa fiorire le Beatitudini nella sua vita, non fa le Opere di misericordia… Scusatemi la parola, ma è come fosse una “mummia”, una “mummia spirituale”. Non fanno del male, ma non fanno del bene».

Poniamoci la domanda

«Il mio cammino cristiano come va?», domanda ancora papa Francesco. «Facciamocela la domanda, cinque minutini… Come sono io in questo cammino cristiano? Fermo, sbagliato, in giro girando, fermandomi davanti alle cose che mi piacciano o seguo Gesù: «Io sono la via!»? Chiediamo allo Spirito Santo che ci insegni a camminare bene, sempre! E quando ci stanchiamo, un piccolo ristoro e avanti. Chiediamo questa grazia», conclude papa Francesco.

    UMBERTO DE VANNA

Le schede di quest’anno

La domanda di Fabio ci offre l’opportunità di chiarire le scelte operate quest’anno a proposito delle schede operative per i ragazzi delle diverse fasce d’età.  

La lettera di Fabio

Scrive Fabio, e lo fa prima che l’anno catechistico cominci: «Ciao, Dossier Catechista, anche se è presto, sto iniziando la programmazione per settembre e per l’anno nuovo. Sul numero di settembre 2016, per quanto riguarda le schede rosse, anche se ho letto i vari titoli delle tematiche che verranno presentate ogni mese, non mi è chiaro quale sarà il filo conduttore delle schede stesse. Nel caso esista, potete gentilmente dirmelo? Grazie mille!».

Gesù, il filo conduttore delle schede

□ «Carissimo Fabio, il filo rosso che lega una scheda all’altra nella programmazione di quest’anno, è Gesù, la bella notizia, il primo annuncio di ogni catechesi. È una scelta che risponde a quanto scrive papa Francesco nella Evangelii gaudium: «Nella catechesi ha un ruolo fondamentale il primo annuncio o kerygma, che deve occupare il centro dell’attività evangelizzatrice… è l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi in una forma o nell’altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti» (164). E nel numero 167, ricordando che Cristo è il centro di questo annuncio: «Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda».

Alcune attenzioni e sensibilità ecclesiali

□. Ancora per seguire gli orientamenti di papa Francesco, nel numero di ottobre-novembre i ragazzi sono chiamati ad apprezzare e custodire il mondo in cui vivono, seguendo le indicazioni della Laudato si’.

□. Quando è possibile le schede tengono poi conto anche del momento in cui i ragazzi vivono, seguendo l’anno liturgico.

□ Infine la scheda di aprile tratterà dell’appartenenza alla comunità parrocchiale, che è uno degli obiettivi importanti della catechesi.

Tutte le schede sono affidate al catechista

□ Caro Fabio, in nessun caso intendiamo sostituirci a voi catechisti nell’organizzare il programma annuale. Avendo tutte le schede al centro Gesù, quale bella notizia, potete liberamente attingere anche alle altre schede, che sono tutte a disposizione per i vostri incontri con i ragazzi.

□ Sarà così anche l’anno prossimo. L’intento finale è quello di arricchire i ragazzi attraverso i nostri incontri, affinché conoscano la bellezza della proposta cristiana a partire dalla persona di Gesù, ma anche di tutto ciò che oggi dà un’anima alla vita della Chiesa.

    UMBERTO DE VANNA

La copertina – Settembre 2018

Quando ricominciare è bello

Simpatico questo giovane parroco in bicicletta, che inizia con freschezza gli incontri di catechismo. Lo seguono pieni di entusiasmo la catechista e i ragazzi. Il nostro augurio è che per tutti sia davvero così, che l’intesa nella comunità parrocchiale sia ottima e che i ragazzi siano così felici di iniziare gli incontri.

Le copertine di quest’anno

• L’illustrazione di copertina è opera di un brillante disegnatore, Francesco Rizzato. Sarà lui a realizzarla quest’anno per Dossier Catechista. Ha presentato l’inizio dell’anno catechistico in modo spigliato e con tanto ottimismo.
• Sappiamo che non è sempre così: qualche volta gli inizi sono faticosi, non è facile ogni anno completare l’organico dei catechisti, e spesso i ragazzi vedono l’inizio del catechismo come un impegno in più.

Il parroco e la chiesa

• Nell’illustrazione il parroco è in primo piano, la chiesa e il campanile sullo sfondo. È lui infatti che convoca, dà il via alla catechesi, sceglie i catechisti e conferisce il mandato. È giovane, ma l’età è solo un numero: ciò che conta di più è lo spirito che lo anima!
• A volte il parroco, preso da mille cose, delega volentieri. Eppure è lui il perno della catechesi e molto di ciò che sarà fatto dipenderà dal suo interessamento e dall’incoraggiamento che saprà dare a tutti e a tutto.

Per la formazione e la spiritualità del catechista

• I catechisti trovano nel parroco una guida sicura nei momenti di difficoltà, un promotore di nuove iniziative, una spalla di sostegno
in ogni circostanza.
• C’è soprattutto un aspetto della formazione del catechista che solo il prete è in grado di garantire: è la maturazione spirituale, la crescita nella fede di cui il catechista, come ogni cristiano, ha bisogno per camminare nella vita e nel suo impegno tra i ragazzi.

Nel gruppo dei catechisti

• Davanti a questa copertina, iniziando gli incontri con i ragazzi, ritroviamoci tra catechisti, osserviamo con attenzione l’immagine e domandiamoci:

– Siamo d’accordo con ciò che esprime questa illustrazione? Sentiamo la gioia di ricominciare? Come accogliere i ragazzi e rendere anche loro felici di riprendere o iniziare il catechismo?
– Quali difficoltà ci aspettiamo? Quali sono state finora le nostre
esperienze più riuscite per coinvolgere nella vita della parrocchia?
– Qual è il nostro rapporto, personale e di gruppo, con il «don»
della nostra parrocchia?
– Incontrando i ragazzi siamo preoccupati di far capire in modo vivo che fanno parte di una comunità allargata, che è quella parrocchiale?

Gianni Frigerio

Una grande famiglia

Eccomi qua ad affacciarmi “timidamente” sulla prima pagina di una rivista così bella, ricca e importante per prendere un testimone che sembra pesante, carico di storia e responsabilità, ma che credo più lieve perché condiviso da molte persone.

 

Rinnovarci nella continuità

La mia responsabilità però è condivisa anzitutto da don Umberto, che fa un passo indietro, ma non per scomparire e che ringrazio per la collaborazione, il lavoro e i consigli che continueranno. Poi, sarà partecipato con i vice direttori e il consiglio di direzione che sono garanzia di fedeltà e legame con la linea editoriale della rivista, e insieme a loro anche con tutti i collaboratori che assicurano solidità di contenuti e qualità della proposta, insieme a freschezza e fantasia, in un movimento di rinnovamento continuo. Per rispondere in modo significativo alle esigenze sempre nuove della catechesi e alle sfide che ogni giorno ci si presentano dinnanzi.

 

Cari parroci e catechisti

Voi che condividete con noi le gioie e le fatiche di offrire alle nuove generazioni il messaggio sempre attuale di Gesù, non pensiate che anche a voi non tocchi un po’ del peso e dell’onore ti portare questo testimone che mi è stato affidato. Il vostro contributo, le esperienze di successo e le cadute da cui ci si è rialzati, gli incontri e gli scontri, la vita dei gruppi e i sogni, tutto – condiviso – è importante per me. Continuate con la stessa passione e affetto a far parte della nostra famiglia.

 

In dialogo con le famiglie

La famiglia, mistero d’amore e comunione, luogo naturale della comunicazione della fede, è sempre più al centro delle nostre attenzioni e cure. Proprio la famiglia sarà quest’anno l’oggetto di sei inserti. Pensati per instaurare con i genitori un dialogo sereno e sincero e per iniziare anche con loro un cammino ricco e sereno.

Si riparte, insieme. Ci si mette in cammino, tutti. Si guarda lontano, con coraggio.

Nella rivista troverete la ricchezza di sempre e qualche novità, un sommario “ragionato”, qualche ritocco nella grafica, nuove proposte per il dopo-Cresima e la mistagogia.

Noi siamo carichi e voi avete voglia di ripartire?

 

Valter Rossi

Valter Rossi, nuovo direttore

Cambio di direzione a Dossier Catechista. Da settembre assume la direzione della rivista il salesiano novarese don Valter Rossi.

 

Dossier Catechista, nata nel 1983 come supplemento della storica rivista Catechesi per iniziativa di don Pietro Damu, allora segretario del Centro Catechistico Salesiano dell’editrice Elledici, nei suoi 35 anni di vita si è conquistato un posto importante nella Chiesa italiana a servizio della catechesi.

A dirigerla dal prossimo numero di settembre 2018 sarà il salesiano don Valter Rossi. Il nuovo direttore succede a don Umberto De Vanna, che ha diretto Dossier Catechista dal 2005 ad oggi, garantendo una linea editoriale in continuità con chi l’ha portata a diventare la più diffusa rivista catechistica d’Italia e oltre. La nuova direzione garantirà sicuramente la continuità con il passato, pur muovendosi su nuove sensibilità e strategie per migliorare ulteriormente il suo servizio.

La Elledici ringrazia calorosamente don Umberto De Vanna per l’efficace lavoro svolto in Dossier Catechista e per i numerosi sussidi pubblicati per i giovani e i catechisti. Nei suoi 13 anni di direzione ha dato notevole sviluppo alla rivista che è diventata un indispensabile sussidio per la formazione dei catechisti, per il coinvolgimento delle famiglie nella catechesi di iniziazione cristiana dei ragazzi e per sostenere i parroci nel loro impegnativo compito di animazione. Naturalmente la linea editoriale proseguirà con la stessa sensibilità e qualità per l’educazione alla fede espressa finora da don Umberto, coniugata con altrettanta passione e originalità da don Valter Rossi, sempre a servizio della catechesi e della nostra editrice.

Ringraziamo don Valter per aver accettato di dirigere il nostro mensile di maggior successo, nella certezza che con la collaborazione del suo nutrito e qualificato gruppo redazionale continuerà a mantenere alta la qualità di Dossier Catechista a servizio della Chiesa in Italia.

Don Valter Rossi, salesiano di Don Bosco, è nato a Borgomanero in provincia di Novara nel 1964. È salesiano dal 1984 ed è stato ordinato sacerdote nel 1994, dopo aver completato gli studi presso l’Università Salesiana di Torino. Giornalista dal 2012, attualmente dirige per conto della Elledici anche le riviste giovanili Mondo Erre e Dimensioni Nuove. Oltre ad aver prodotto numerosi sussidi per gli incontri e la formazione dei ragazzi.

La Elledici, fondata dai Salesiani di Don Bosco oltre 70 anni fa, prosegue nella sua produzione qualificata soprattutto nel settore della catechesi e nel servizio pastorale alle parrocchie. Forte della sua esperienza, affiancherà don Valter Rossi nel suo nuovo impegno, formulandogli i migliori auguri di fecondi risultati.

Don Valerio Bocci